Il nostro 4 Novembre

Il 4 Novembre a San Maurizio Canavese

Questa mattina, sabato 4 novembre anche la comunità di San Maurizio Canavese ha celebrato la giornata dell’Unità Nazionale.

Una cerimonia semplice ma particolarmente intensa grazie soprattutto alla partecipazione di una rappresentanza dei coscritti del 2005, ai quali il sindaco Michelangelo Picat Re ha consegnato copia della Costituzione, il tricolore e la spilla del Comune di San Maurizio Canavese.

E proprio sui neodiciottenni del paese, portatori di pace e protagonisti della comunità che cresce, il primo cittadino ha costruito il discorso ufficiale in occasione del 4 Novembre, con un inevitabile riferimento al dramma della guerra in Palestina. «Coscritti, oggi, è un termine che trasmette soltanto gioia e valori positivi – ha detto Picat re – e sancisce l’ingresso nella maggiore età, assegnando ai nostri giovani nuove, importanti, bellissime responsabilità. Ma il suo significato originario era di “chiamata alle armi”, coscritti erano coloro che, avendo compiuto 18 anni, venivano arruolati nell’esercito. O per svolgere il normale servizio militare in tempo di pace. Oppure, in tempi molto meno fortunati, per andare in guerra. Ecco, partiamo da qui. I nostri Coscritti sono qui non per la “chiamata alle armi”, ma per la “chiamata alla pace”. È nei loro volti giovani e pieni di speranza, il senso della manifestazione di oggi. Perché quando un sindaco si ferma qualche minuto a preparare un breve discorso per queste importanti ricorrenzsi ritrova inevitabilmente a fare riferimento a una guerra in corso da qualche parte nel mondo: un anno fa lo scoppio della guerra in Ucraina, tuttora in pieno svolgimento; oggi la guerra in Palestina, dove le popolazioni della nostra generazione la pace non l’hanno mai conosciuta e chissà se mai la conosceranno».

Ecco perché era così importante, in questo 4 Novembre 2023, la presenza dei coscritti. «Solo pace e unità, fra i popoli e all’interno di ogni popolo, permettono di costruire il futuro – ha proseguito il sindaco – Oggi infatti celebriamo la festa dell’Unità Nazionale. E se vogliamo che sia davvero una festa, dobbiamo celebrarla senza retorica, ma con gioia perché è la festa della fine di una guerra e con profondo senso di responsabilità perché da questa festa devono trarre nutrimento i semi della pace, contro ogni guerra e disunione, in ogni parte del mondo».

Quella pace e quell’unità che il sacrificio dei Caduti che abbiamo commemorato nel nostro 4 Novembre ha contribuito a costruire. Insieme alla nostra democrazia. «Perché la democrazia all’interno di un Paese – ha concluso il primo cittadino – è come la pace fra i popoli: bella, meravigliosa, fonte di prosperità ma al tempo stesso fragile, fragilissima. Democrazia e pace vanno difese ogni giorno, traendo forza dai valori che ci hanno trasmesso i nostri padri, come coloro che ricordiamo in questo giorno, che sono caduti in quel tragico conflitto proprio per darci la pace. E dai quali oggi i nostri coscritti raccolgono il testimone per completare l’opera, per continuare a difendere la pace, nella vita quotidiana dei loro diciott’anni, nella loro “chiamata alla pace”».

Iniziatasi nei giardini del municipio, la manifestazione del 4 Novembre è poi proseguita, come da tradizione, con il corteo guidato dalla Filarmonica Cerettese verso il Viale della Rimembranza e il cimitero, per concludersi con la messa nell’antica chiesa plebana.

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